Walking with clutches is as tiring as climbing a mountain. You count every step and select any chance of movement before starting the 'journey', because you're aware you won't go far. Clutches' pain moves: at the beginning it was at the armpits where muscles hibernated for years awoke and came back to life loud; then it was up to my left foot put under stress and charged with too much of responsibility, it claimed attention and some rest; then stigmates and their holy but aching little wounds.
Now that I can lean also on my right foot and even get rid of the clutches all of a sudden I can walk human distances.
But slowly. Really really slowly.
Slowly as if I were carrying a pile of diamonds over my head. As if learning to walk all over again. And this slowness has implications. You notice every little detail around you, that you want it or not you're dipped deeply into the reality as deeply that you get to know it like a good friend after a long night trip, when darkness allows whispering confidences and venturing considerations.
Who walks along with you has to share this slowness that means finding your rhythm and adjusting himself/herself to it. I think this is what love is about. And it is not easy. Some people will walk a bit ahead to search for dangers possibly harming your walk, some people will concentrate on the steps and forget to talk to you, some people will distill the words according to the steps so that both the conversation and the walk will have a buddhist attitude. Some people will talk like crazy in order to find an acceptable way for them in such a forced situation. Slowness is a challenge, a competition where wins who will arrive last. There's something that I like in it. For instance I like that I can bet on who will win. See the picture =).
Camminare con le stampelle è faticoso come scalare una montagna. Conti ogni passo che compi e selezioni le distanze da coprire prima di intraprendere il 'viaggio' perchè sai che non andrai lontano. Il dolore connesso alle stampelle è itinerante: è iniziato alle ascelle dove muscoli in letargo da anni si sono improvvisamente svegliati e sono tornati alla vita ad alta voce; poi è toccato al mio piede sinistro troppo sollecitato e caricato di responsabilità ha richiesto attenzione ed un po' di riposo; poi le stigmate e le relative sante ma dolorose piccole ferite.
Adesso che riesco ad appoggiare il mio piede destro e addirittura liberarmi dalle stampelle posso finalmente camminare distanze umane.
Ma lentamente. Davvero molto molto lentamente.
Lentamente come se stessi portando una pila di diamanti sulla testa. Come se stessi imparando a camminare da capo. E questa lentezza ha delle implicazioni. Noti ogni piccolo dettaglio attorno a te e che tu lo voglia o no vieni immerso profondamente nella realtà, così profondamente che ti sembra di conoscerla come un buon amico dopo un viaggio notturno, quando il buio permette confidenze sussurrate e riflessioni coraggiose.
Chi cammina con te deve condividere questa lentezza, che significa trovare il tuo ritmo e aggiustarvisi. Credo che questo abbia a che fare con l'amore. E non è facile. Alcune persone cammineranno un pochino avanti a te per cercare possibili pericoli per i tuoi passi, alcune persone si concentreranno sul camminare e dimenticheranno di parlarti, alcune persone distilleranno le parole accordandole ai passi e il tutto si colorerà di un'aurea buddista. Alcune persone parleranno come matte per trovare un modo accettabile di abitare una situazione così forzata. La lentezza è una specie di sfida, una gara dove vince chi arriva ultimo. C'è qualcosa che mi piace. Per esempio mi piace che posso scommettere su chi vincerà. Vedi foto =).
ho scoperto il tuo blog arrivando da un tuo commento lasciato su un articolo di repubblica. grazie "mia compagna di gesso" per le parole che hai scritto, mi ci ritrovo in tutte.
RispondiElimina22 luglio, budapest, frattura di malleolo e tibia destra.... ;-)
ti mando un bacio*
Cara Sariti, oltre alla frattura condividiamo Once e gli Arcade Fire quindi anche un po' compagne di cinema e di musica.
RispondiEliminaBuon proseguimento di convalescenza...tienimi aggiornata.
Ogni frattura è una mia frattura =).
R